Seconda parte
Un paio di ore dopo: Rin, dopo aver asciugato i vestiti di Len bagnati d’acqua di mare, lo portò con la sua bici in una piccola villa fuori città. Sulla cassetta della posta c’era scritto “ Kagamine Yato e Mirato Melody”. Il bambino era super felice perché insieme al cestino che era attacato alla bici c’erano un paio di biscotti buonissimi che aveva preparato Rin con tanto amore…
A casa di Rin. Arrivati a casa Rin iniziò a salire le scale lasciando il piccolo nel corridoio piccolino che per lui da quell’altezza sembrava enorme.. Rin salì e arrivò nella sua stanza ma proprio mentre stava per aprire l’armadio per cambiarsi d’abito…
Len: Liiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnn!!
Rin subito si spaventò ricordandosi che la porta e il cancello erano ancora aperti
Arrivata nel corridoio vide Len che singhiozzava e sfregava le sue mani come se..
Rin: Hai freddo?
Len: Brrrrrrrrrrrrr!! (Verso che faccio quando ho freddo)
Rin: Ci credo, ti ho lasciato davanti alla porta aperta con un venticello per niente quieto.
Len: Ehhhhh!!!
Rin: Cosa eeeeh?
Len E cciuuuuuuuuuuuu!!
Rin: Oh, mannaggia, ti sei raffredato?
Len iniziò a sternutire a dismisura.
Rin: Oh! Non ti preoccupare… ora ti porto di sopra, però stai attento a non cadere dalle scale ok?
Len: Siiii!! E ciuuuu!!
Arrivati nella sua stanza Rin si voltò verso la sua grandissima scrivania. E guardò il suo tenero papillon rosa e giallo, a lei tanto caro…. Di colpo quel fiocco si mosse e iniziò ad uscire i bei vestiti che stavano nell’armadio, finchè non ne prese uno e lo porse alla ragazza…
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Rin: Oh! Grazie Papillon, è bellissimo... Si intona benissimo con i capelli e questo nastro è bellissimo. Sembra quasi un vestito da gala.
Papillon: è un vestito da gala.
Rin prese e strinsecon tutta la sua forza Paillo, non permettendogli di respirare.
Rin: Cosaaa? E perché mi hai fatto mettere un questo vestito?
Papillon, con quell poco fiato di voce che aveva in gola: Semplice, perché lei non ha pigiami.
Rin: Come! E quello che mi ha fatto la mamma?
Papillon: L’ho messo a lavare.
Rin: Grrrrrr!!
Emettendo quel grugnito Rin prese di nuovo il povero Papillon e lo scaraventò contro il muro, scombussolandolo un po’..
Papillon: Ahio!!
Rin: Zitto!
Papillon: Mi scusi!
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Ma mentre Rin e Papillon discutevano del vestito Len rimase a contemplare la ragazza in tutti i suoi movimenti ( un po’ troppo maldestri). Di colpo Len sgranò gli occhi, aprì la bocca e disse un'unica parolina che fece scaldare il cuore della ragazza…
Len: Bellaaaaaaaaaaaaaaa!!
Papillon: Ehi tu, come sei entrato qui dentro? Rin, c’è un intruso
Rin: No, non ti preoccupare; è solo un bimbo che ho incontrato un paio di ore fa alla piaggia.
Len: Che cos’è quel oso?
Papillon: Oso?
Rin: Non parla molto bene: è ancora molto piccolo. Mi sa che ha detto coso!
Papillon iniziò a diventare sul rosa scuro fino a diventare rosso..
Pappilon: Io non mi chiamo cosa oh? Io mi chiamo Papillon e sono il piccolo maggiordomo di Rin. Hai capito?
Len: Anche io Maggiodomo?
Pappilon: No, tu no!
Len: Pecchè?
Pappilon: Semplice! Perché sei troppo piccolo!
Len: No, io essere grande e fote proprio come papy
Rin. E come si chiama il tuo papà?
Len: Emhh!!
Pappilon. Sai almeno da quante lettere è formato il nome?
Rin lo prese e lo scaraventò di nuovo contro al muro dicendo..
Rin: ma che domande fai?
Len: 4 lettere, Ora ricodo come si jama.
Rin: Allora?
Rin fece segno a Pappilon di ascoltare in silenzio.
Len: Papy!!!
Papillon: Oh macchiolina, non ci siamo proprio!
Rin: Lascialo stare ora: è tempo di fargli vedere un po’ la casa. Sembra spaventato.
Len: Liiiiiiiiiiiin, in baccio
Papillon: Eh?
Rin: Vuole che lo prenda in braccio
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Di fronte alla stanza di Rin
Rin: Ecco qui, questa sarò la tua camera
Pappilon: Ma è la miaaaaaaaaa!!
Rin: Tù dormirai con mè
Pappilon: Uffh!! (Sospiro)
Len: Eeeh, bellaaaaaaa!! Ma….
Le parole di Len si interruppero come un giradischi rotto
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Len: Ma non c’è nienteeeee.
Papillon: Aaaah! È questo che mi piace della mia stanza: la libertà!
Rin: Oooh! Non ti preoccupare, vedrai che fra un paio di minuti Papillon ti metterà dei bei mobili che andrà personalmente a scegliere in cantina per te.
Papillon sentendo la richiesta della ragazza inghiotti il nulla e disse:
Papillon: Io? Che sono così magrolino, piccolino e fragilino?
Rin:Si, proprio tu. E ora muoviti…
Dopo questo comando Papillon schizzò alla velocità della luce nella cantina e iniziò a spostare i mobili uno ad uno…
Finalmente dopo tre ore di lavoro Papillon riprese fiato.
Papillon: Ho fatto: che ne pensi?
Len: No! La sivania di lì.
Papillon dopo aver sprecato altre energie nello spostare l’armadio disse:
Pappilon: Allora?
Len: No! Il letto qui.
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Dopo svariati motivi di inclinazione e angolazioni Len finalmente si decise e la camera era finalmente pronta
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!! Len iniziò a darsi la spinta per un bellissimo salto sul letto gridando di gioia.
Len: Eivaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Non accorgendosi che sotto il letto stava il povero Papillon che aggiustava le lenzuola.
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Rin: Beh, che ne pensi di cambiarti il vestitino?
Len: Emh i!
Rin: oh, povero Papillon: è semimorto sotto il tuo letto e gli ci vorrà un po’ finche si riprenda. Te lo cerco io un vestitino carino, ok?
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Len fece un cenno con la testa per acconsentire e mentre Rin cercava con la lo sguardo un bel vestito per lui, Len apprezzava la bellezza della sua nuova amica.
Len: E ciu! ( Il raffreddore non è ancora passato)
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Len: Oh, mamma, che butto!
Rin: Cosa! E’il vestitino più bello che io abbia mai visto.. Stai benissimo.
Len: Ma dai, sembo una femminucca.
Rin: Grrrrrrrr!!
Rin iniziò a diventare rossa dalla rabbia quando vide il piccolo togliersi il bel costumino!!
Rin: Quel costumino è tutto per me, era il costume che ho usato alla recita alle elementari quando ancora i miei genitori vivevano in città…
Len chiuse gli occhi in segno di rimorso e si rimise il costumino della ragazza, dicendo:
Len: Scusa! Non voleo renderti triste!
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Rin si avvicinò al piccolo velocemente fino ad abbracciarlo…
Rin: Non ti preoccupare, non sono triste. So che un giorno i miei genitori ritorneranno da me, ne sono sicura. Come i tuoi faranno con te.
In quel momento Rin prese il piccolo cappello giallo del piccolo e disse:
Rin: Sai che stai proprio bene? Sta molto meglio a te che come stava a me, solo che dovresti aggiustarti un po’ il capello: deve andare più dietro!
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Len. Grazie Lin!
Rin: No, mi chiamo Rin
Len: Aaah! Lin
Rin: Sai, un bambino piccolo e dolce come te dovrebbe imparare bene a parlare!
In quel momento Rin puntò lo sguardo verso il letto del piccolo Len.
Rin: Papilloooon!! Prendi i miei libri, dobbiamo insegnare al piccolo a parlare.
Papillon: Zzzzzzzzzzzzh!!
Rin: Alzati scemo! Non devi dormire: mi servi.
Len: Ma lui non ti deve sevire, pechè lui non seve!
Len e Rin iniziarono a ridere a crepapelle mentre Papillon, offeso e intristito, disse:
Papillon: Bene, siccome non servo, cucinerete da soli la cena per stasera.
I due smisero di ridere e iniziarono a supplicare il povero Papillon di preparare per loro la cena. Ma niente: non c’era proprio motivo di farlo ragionare.
Rin: Beh! Dobbiamo sperare che Papillon abbia un libro di ricette segreto, perché io non ho la più pallida idea di come si cucini.
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Arrivati in cucina Rin decise di fare una bella sorpresa per Len: prese cucchiai e ingredienti e si mise a lavoro.
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Nel frattempo il nostro piccolo Len si godeva il suo bellissimo e coloratissimo seggiolone da cucina X340
nel quale Rin lo aveva fatto accomodare.
Len se ne era innamorato: non faceva che morderlo, bucarlo e graffiarlo…Oramai era suo.
Papillon invece era seduto ad un angolino a contemplare quel seggiolone, pensando che Rin in 14 anni non ne aveva mai usato uno per lui. (In effetti Rin fin da quando era nata aveva avuto Papillon al suo fianco: suo padre e sua madre glielo diedero proprio perché sapevano che un giorno avrebbero dovuto lasciare Rin nei piccoli fiocchi di Papillon, le “mani”di quel dolce fiocco).
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Finalmente la cena era pronta e Len iniziò a gridare di gioia..
Nel frattempo Papillon rimase a terra stecchito pensando che quella torta non sarebbe mai riuscito a farlo da solo, e che ci sarebbero voluti anni affinché l’avesse fatta di quella grandezza.
Ormai i 3, anzi i 2 ragazzi erano entrati veramente in grande amicizia. Per Papillon invece era solo una seccatura avere quel bambino tra i piedi.
Rin prima di preparare la torta aveva fatto un discorso molto chiaro a Papillon.
Rin: Allora hai capito? Devi semplicemente badare al bambino mentre non ci sono in casa, ok?
Papillon: Ah, perfetto; non solo mi ha deriso, o dovrei dire che mi avete deriso, ma devo anche accudirlo come sto facendo con te?
Rin: Si!
Pappilon: Ma sei impazzita! Non ci penso neanche. Non voglio pulirgli la bava dopo che ha mangiato, portarlo a passeggio e togliere la sua cacca da terra..
Rin: Emh! Papillon?
Papillon: Che c’è?
Rin: Guarda che queste cose si fanno con i cani e non con i bambini.
Papillon rimase a bocca aperta ma subito si riprese e rispose a tono.
Pappilon: Ma che dici, è stato così con te negli ultimi 14 anni.. (è una bugia)
Rin senza rispondere prese il piccolo fiocco e lo scaraventò fuori dalla finestra. Ma proprio mentre si dava la carica per rientrare dalla finestra da cui era stato scaraventato fuori, Rin la chiuse e gli fece la linguaccia. Il povero Papillon, con tutta la velocità che aveva accumulato, sbatté contro la finestra e si schiacciò tutto il muso.
Questo accadde tutto prima di preparare la torta. Ora ritorniamo nel soggiorno dove Rin e Len stavano mangiando. In quel momento Papillon prese la rincorsa e si buttò dentro la bellissima fetta di torta, mentre Rin applaudiva al bellissimo tuffo dell’amico.
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Intanto fuori dalla loro finestra compariva una ombrosa figura. Chi sarà mai? Lo scoprirete al più presto!
Fine seconda parte